Il Cappello di Paglia – New

Il Cappello di Paglia

WeWomEngineers, incubatore ispirazionale per giovani ingegneri biomedici

Se siete arrivati fin qui, probabilmente, vi starete chiedendo cosa significhi essere un/una ingegnere/a biomedico/a e forse starete immaginando una di quelle tanto decantate professioni STEM (Science/Technology/Engineering/Mathematics).

Forse starete riflettendo sulle modalità di incrocio di svariate aree della scienza e di come la scienza, oggi, possa districarsi nelle varie declinazioni della medicina.

La medicina incontra la tecnologia da moltissime stagioni e lo stesso vale per la bioingegneria, la quale incontra le esigenze cliniche di medici e pazienti.

Quando ci si domanda il perché una professione non abbia la giusta importanza significa che probabilmente qualcosa nel meccanismo di condivisione collettiva è venuto a mancare e, in effetti, quando nominiamo un ingegnere biomedico, in un qualunque contesto, è difficile classificarlo, difficile dire concretamente cosa fa.

Potremmo immaginarlo come il poliziotto dei medical devices, colui o colei che regolano e proteggono questi oggetti (di uso quotidiano) dai “cattivi”, da coloro che potrebbero contaminarli, deturparli o rovinarli rendendoli imperfetti all’uso.

Quando parliamo di “ingegnera biomedica” forse non immaginiamo una figura dietro ad un computer, ore e ore a programmare, oppure progettare, addirittura selezionare materiali, creare assemblamenti e forse non la vediamo nemmeno dietro ad una piattaforma informatica per le gestioni dei flussi di dati, oppure per la gestione di beni ospedalieri.

Se vi inoltraste nella vasta “giungla” dei dispositivi medici potreste trovare un/una professionista in grado di realizzare questi speciali oggetti, garantendo il trasferimento di informazioni da e per il paziente nel modo più sicuro ed efficace possibile.

Nel lontano 2015, conobbi Edgardo Maria Iozia su Linkedin. Uno scambio di messaggi densi, uno in particolare riguardante una chiamata giunta da un ordine degli ingegneri per promuovere attraverso il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) il “Mercato unico europeo combinando l’ingegneria biomedica con il settore dei servizi medici di assistenza” e incentivare il riconoscimento europeo della qualifica professionale nella Direttiva UE.

Le parole squillanti furono: Riconoscimento Europeo, Qualifica Professionale.

L’obiettivo? Dare voce e spazio riconosciuto ad una professione all’interno del mercato biomedicale europeo, compresi gli innumerevoli luoghi in cui la stessa figura destina le proprie giornate lavorative come i centri di ricerca, gli ospedali, le cliniche, i laboratori. (cit. Manuela Appendino)

Un singolo filo di paglia da solo non serve, se intrecciato con altri, con abilità e sapienza antica, può servire per tanti usi. Un cappello di paglia, abbellito da un fiocco color glicine, è sinonimo di semplicità ed eleganza. Una raccolta di storie di giovani ingegnere biomediche, che intrecciano l’una con l’altra. Insieme formano una Comunità e narrano il ritrovarsi con percorsi diversi in WeWomEngineers e riconoscersi. Fili invisibile legano i singoli racconti: l’amore per la splendida professione di Ingegnera Biomedica e la determinazione a voler abbattere steccati di genere. I contributi di altra donne impegnate in professioni scientifiche, arricchiscono il libro. Competenze, impegno, sacrifici sconfitte, successi descritti nel “Cappello di paglia” fanno scoprire i tesori nascosti, quasi mai valorizzati, che possiedono le donne italiane.

Questo progetto nasce non solo per raccontare STORIE ma per comprendere cosa significhi avere un’ispirazione speciale, una passione speciale che è poi ciò che ci accomuna dentro WeWomEngineers.

 

TOUR CAPPELLO DI PAGLIA 2021 - Veronica Moi e Vanessa Longo
TOUR CAPPELLO DI PAGLIA 2021 - Mayra Pirozzi e Giusi Di Salvio
TOUR CAPPELLO DI PAGLIA 2021 - Alice Bellini
TOUR CAPPELLO DI PAGLIA 2021 - Veronica Moi
TOUR CAPPELLO DI PAGLIA 2021 - Daniela Marino e Anna Stefani

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