10 Apr Il ruolo degli ingegneri biomedici al tempo del Covid19
Chi sono gli ingegneri biomedici! Sono professionisti, laureati, che lavorano nel perimetro della sanità pubblica o privata, dentro e fuori degli ospedali, nelle industrie come nel mondo della ricerca e qualche volta con ruoli di consulenti per i nostri decisori politici. Se date a un ingegnere biomedico un problema relativo alla biologia o alla medicina, lui o lei lo analizzerà e poi capirà come risolverlo. Questi professionisti sono in grado di progettare arti protesici e organi artificiali, così come il materiale che viene utilizzato per produrli. Sviluppano il software che viene utilizzato per far funzionare le apparecchiature biomedicali. Gli ingegneri biomedici usano la loro conoscenza della scienza e della matematica, combinandola con il loro background in medicina.
A volte sono difficili da riconoscere perché li potrete incontrare con tanti ruoli diversi: application specialist, responsabili ufficio gare, senior manufacturing engineer, progettista, quality assurance, process engineer, product manager, regulatory affairs specialist. Tra tutti i ruoli quello dell’ingegnere clinico nei reparti tecnici dei nostri ospedali è forse il più diffuso.
Perché è importante che oggi vi parli di loro?
C’è un problema di equità, giustizia e rappresentanza del ruolo professionale degli ingegneri biomedici. Fondamentale al tempo del Covid19 così come lo è ogni organo di una macchina complessa di cui invece ci si limita ad apprezzare le forme esteriori.
Chi in questi giorni non ha sentito parlare delle innovazioni sperimentali di ventilatori polmonari progettati per essere costruiti in scala a basso costo in ogni parte del mondo, come delle maschere da snorkel riadattate per i ventilatori polmonari o i pezzi di ricambi per apparecchiature salva vita riprodotte al volo dai Makers nostrani, ingegneri e medici che lavorano insieme, grazie alla tecnologia della stampa 3D già in servizio in tante industrie, pronte a riciclarsi perché già traghettate nel futuro, grazie all’industria 4.0?
Molta meno attenzione è stata messa dai media sul delicato lavoro di certificazione, approvazione e messa in servizio di qualsiasi dispositivo medicale utilizzato in area critica per la vita. Una varietà di lavori che richiede a questi professionisti una preparazione scientifica specifica, assolutamente necessaria per mettere in servizio la strumentazione biomedicale basata spesso su soluzioni innovative che ogni giorno piovono negli ospedali. Competenze indispensabili per garantire ai medici e gli infermieri in prima linea di poter fare il loro lavoro in sicurezza.
Per garantire sia la cura dei pazienti sia lo sviluppo delle potenzialità delle nuove tecnologie applicate in medicina, pur lavorando nelle retrovie degli ospedali, gli ingeneri biomedici insieme ai tecnici che compongono gli staff delle ingegnerie cliniche, ogni giorno applicano le metodologie proprie dell’ingegneria ai problemi di ambito medico e tecnologico che si presentano, garantendo la continuità di servizio.
Questo ruolo di garanzia per un corretto e continuo funzionamento della strumentazione biomedicale, diagnostica, interventistica nonché dei servizi informatici, è svolto dai nostri ingegneri biomedici che sono gli unici formati appositamente per combinare il loro background in medicina con metodi ingegneristici, modelli matematici e programmi informatici per ricercare, progettare e sviluppare una grande varietà di materiali, procedure, strumenti e attrezzature biomedicali al meglio e senza improvvisazione.
Al tempo del Covid19 non abbiamo bisogno di improvvisazione
Al tempo del Covid19 abbiamo bisogno di tutto, meno che dell’improvvisazione, che rischierebbe di far svanire le speranze di tanta gente che confida nel servizio sanitario.
Lavorando in squadra con scienziati, ingegneri chimici e meccanici, radiologi, medici e tutto il resto del personale sanitario, l’ingegnere biomedico si occupa dalla ricerca, alla creazione di prototipi, sperimentazioni, analisi, test di efficacia e di sicurezza, controlli di qualità e aderenza alle normative su una vasta gamma di aree di intervento.
I nostri ingegneri biomedici lavorano a stretto contatto con gli utenti finali che utilizzano la tecnologia che viene fatta entrare negli ospedali, per raccogliere i feedback di pazienti e terapisti, e non ultimo, fare le modifiche e i miglioramenti opportuni per perfezionare i prodotti sviluppati.
Gli ingegneri biomedici si occupano anche dell’acquisizione delle soluzioni tecnologiche richieste sotto ogni aspetto. Collaborano con i tecnici e i produttori per realizzare piani di fattibilità tecnica ed economica, assicurando agli ospedali la garanzia di #usabilità, #interoperabilità, #efficacia, #convenienza e #redditività dei sistemi che progettano.
Così se tra i campi di interazione della figura dell’ingegnere biomedico, generalmente troviamo organi artificiali, protesi e ausili per persone disabili, biomateriali per l’ingegneria tissutale, macchinari per la diagnosi clinica, modelli per lo studio di sistemi biologici in condizioni normali o patologiche, strumenti per la chirurgia assistita da computer (CAS, Computer-Aided Surgery), in questa primavera 2020 afflitta dal Covid19, il loro compito principale è assistere e sovraintendere i tecnici delle aziende produttrici dei dispositivi e delle reti di apparecchiature necessarie a realizzare i nuovi ospedali in emergenza affinché tutto venga realizzato a regola d’arte e in sicurezza per chi ci dovrà lavorare.
Normalmente le mansioni degli ingegneri biomedicali si estendono anche all’installazione, alla manutenzione e alla riparazione di macchinari e strumenti biomedicali, la gestione della documentazione tecnica, come manuali e report di uso e manutenzione.
E così grazie alle loro competenze multidisciplinari, che tengono sempre aggiornate come ogni professionista, gli ingegneri biomedici si occupano anche di organizzare la formazione del personale sanitario in accordo alle normative vigenti incluso come utilizzare al meglio le nuove apparecchiature entrate in servizio. Un momento delicato e imprescindibile della formazione del personale sanitario.
In particolare, in questo periodo che vede tutti in lotta con il Covid19, il loro orario di lavoro è come per tutti gli angeli in prima linea, full time H24.
Pro e contro
I pro da sempre, per chi ha scelto di fare questo mestiere, sono il sogno di poter sentirsi utili a chi deve operare sui pazienti, fornendo loro la migliore interfaccia tra la complessità della tecnologia e la corretta usabilità sul campo, garantendone il servizio H24 per ogni giorno dell’anno, dalla messa in servizio alla dismissione per obsolescenza di ogni apparecchiatura biomedicale.
I contro da sempre sono la sottrazione dai compiti sopra indicati e di Healthcare Technology Assessment (HTA) indispensabili in ogni ambito del loro lavoro moderno, verso impieghi di pura burocrazia che svuotano il resto dei loro compiti quotidiani istituzionali, perché devono essere garantiti comunque da qualcuno.
Ma i contro non sono finiti qui.
Ancora oggi alla direzione delle nostre ingegnerie cliniche come nei ruoli apicali e strategici degli organi decisionali delle politiche sanitarie la presenza delle donne si fa fatica a vedere. Una mancanza, quelle delle donne nei ruoli apicali, che in questi momenti di estremo sacrificio per tutti si fa sentire, per la loro diversa sensibilità, resilienza allo stress e valori.
Una categoria che pur stentando a essere riconosciuta dagli ordini e sui tavoli istituzionali, da anni rivendica al femminile la rimozione del gender gap su tutti i tavoli istituzionali per raggiungere pari opportunità di lavoro, carriera e trattamento economico. Un ruolo da sempre in mano a organizzazioni di categoria che col tempo si sono incrostate con la politica e che necessitano di nuova linfa vitale ad esempio proveniente dall’espressione del genere femminile.
Risorse
Ingegnere biomedico: La formazione richiesta per diventare ingegnere biomedico è di tipo accademico: è necessaria una laurea in Ingegneria Biomedica o in altri campi dell’Ingegneria (come Ingegneria Meccanica, Meccatronica o Chimica), oppure in Medicina, Chimica, Biotecnologia, da completare con una specializzazione in ambito biomedico.
Parole chiave
#STEM
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