18 Gen WeWomEngineers incontra l’Ingegnere Luca Borro
Luca Borro e la sua storia danno il via al nuovo ciclo di storie biomediche per WWE. Il ricercatore del laboratorio di 3D printing dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma opera nell’ambito della ricerca nella medicina rigenerativa dal 2015.
Di cosa si occupa attualmente?
Mi occupo di Bioprinting nella ricerca sulla Rigenerazione Tissutale e Medicina Rigenerativa all’interno dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Opero anche sullo sviluppo di modelli in 3D di parti anatomiche customizzate specificatamente per il paziente e di stampa 3D di modelli anatomici per planning pre-operatorio in casi clinici complessi.
Da quali spunti è partit* per arrivare all’attività di cui si occupa in questo momento?
Ho una formazione molto atipica. Ho conseguito una prima laurea in Architettura con un interesse particolare per la modellazione 3D avanzata.
Tuttavia ho sempre avuto un grande interesse per la medicina e la biologia, tale era la fascinazione che ho voluto applicare la tecnologia 3D anche in questi ambiti.
Pertanto ho conseguito una seconda laurea in Ingegneria Biomedica, dopo aver studiato 3 anni Biologia Sanitaria e Molecolare.
Pur partendo da un ambito totalmente estraneo alla medicina, l’interesse sul ruolo della tecnologia 3D all’interno del contesto biomedicale mi ha portato a formarmi successivamente per acquisire competenze di tipo biomedico e biologico e poter sviluppare la mia attività.
Per fare il mio lavoro ritengo indispensabile acquisire sempre più conoscenze nell’ambito della Biologia dell’Uomo e per questo attualmente sono laureando magistrale presso la Facoltà di Biologia della Salute dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Quali sono le caratteristiche e le peculiarità che un/una biomedic* dovrebbe avere oggi e per il futuro al fine di collaborare sempre più direttamente con le realtà biomedicali incluso il nostro SSN (sistema sanitario nazionale)?
La caratteristica fondamentale per un ingegnere biomedico a mio parere è quella di conoscere molto bene la clinica delle condizioni patologiche su cui si trova ad offrire la propria competenza.
Anche se un ingegnere non è tenuto ad approfondire aspetti fisiopatologici e/o clinici di competenza del medico, è fondamentale l’approccio clinico al problema.
Questo consente di essere pragmatici e orientare il proprio lavoro sempre e solo per la salute del paziente.
Un brevissimo consiglio per i nostri ragazzi, anche attraverso il titolo di un libro, una canzone, un film.
Non credo di essere la persona più adatta a dare consigli ma posso suggerire di approfondire la materia biomedica con un approccio multidisciplinare e interdisciplinare.
Questo arricchisce il bagaglio culturale ed esperienziale di un ingegnere biomedico. Inoltre il mio consiglio è di appassionarsi con forza alla finalità del proprio lavoro che deve essere sempre orientata alla cura della persona.
Pillole di Scienza
Di cosa si occupa la medicina rigenerativa?
La medicina rigenerativa si occupa di riparare, rigenerare o sostituire tessuti o organi danneggiati da malattie, traumi o a causa di difetti presenti alla nascita (congeniti) o di invecchiamento.
Sicuramente un grande impulso allo sviluppo di questo nuovo approccio della medicina è derivato, da un lato, dai traguardi raggiunti dall’ingegneria e dalle nanotecnologie applicate alla biomedicina; dall’altro, dagli studi sull’utilizzo delle cellule staminali, particolari cellule multipotenti che, in opportune condizioni, sono in grado di rigenerare tessuti e organica.
Per approfondimenti sull’argomento consultare
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/m/medicina-rigenerativa-generalita
Un grazie speciale a Luca Borro (https://www.linkedin.com/in/lucaborro/) per il suo splendido percorso condiviso e per voi che ci seguite, scriveteci alla info@wewomengineers.com e pubblicheremo la vostra storia!
TEAM WWE
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