25 Feb WeWomEngineers incontra l’Ingegnera e ricercatrice Zimi Sawacha
Zimi Sawacha è oggi professoressa associata all’Università degli Studi di Padova nel Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, nella stessa università ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica nel 2000.
La sua prima esperienza lavorativa è stata come ricercatrice negli USA e negli Istituti Ortopedici Rizzoli.
Dal 2004 fa parte del Gruppo di ricerca in Bioingegneria dell’Università degli Studi di Padova. Nel 2007 consegue il titolo di Dottore di ricerca in Bioingegneria.
Nel 2017 nella spinoff BBSoF di cui è co-fondatrice sviluppa e brevetta ACL QuickCheck®, un metodo per la stima del rischio di infortunio al legamento crociato, licenza Nazionale dell’Università di Padova, successivamente estesa in Europa e USA (PCT 2019).
Fino ad oggi il suo percorso professionale è stato arricchito da numerose pubblicazioni; ben 51 lavori su peer-reviewed journals e oltre 200 abstract in proceedings.
Non solo, è membro del consiglio direttivo di ESMAC (the European Society for Movement Analysis in Adults and Children).
Di cosa si occupa attualmente?
La mia attività di ricerca verte principalmente sull’analisi biomeccanica del movimento in ambito clinico e in ambito sportivo.
Nel settore clinico, mi occupo di sviluppare metodologie basate sull’analisi biomeccanica: “gait analysis” combinata con modellazione muscoloscheletrica e simulazione agli elementi finiti.
Le applicazioni si declinano nella prevenzione dell’insorgenza della patologia del piede diabetico – ed eventuali ulcere plantari – e nella valutazione dei disturbi motori nel morbo di Parkinson e nella sindrome X Fragile (bambini).
In particolare, con le tecniche implementate si quantificano fattori riguardanti la postura e/o l’equilibrio nella deambulazione (con angoli e movimenti articolari), a cui si affiancano misure in termini di contrazione muscolare (elettromiografia di superficie).
In ambito sportivo, lo studio si concentra sulla prevenzione degli infortuni, in particolare al legamento crociato anteriore.
Una parte importante è occupata dallo sviluppo di tecnologie/tecniche per l’analisi del movimento al di fuori del laboratorio, attraverso markerless video analysis e sensori di pressione plantare.
Da quali spunti è partit* per arrivare all’attività di cui si occupa in questo momento?
Sono partita da una tesi di laurea in collaborazione con l’ortopedia; in quel momento non esisteva ancora l’attuale ingegneria biomedica e la biomeccanica muoveva i suoi primi passi.
In USA ho veramente iniziato a conoscere la disciplina di cui mi occupo, ovvero l’analisi del movimento, affinata poi grazie al lavoro fatto agli Istituti Ortopedici Rizzoli.
Ho avuto la fortuna di lavorare nei due laboratori dove tutto è nato: Helen Hayes Hospital di New York e Rizzoli e con i rispettivi pionieri, ovvero Mary Wotten a New York e Maria Grazia Benedetti e Alberto Leardini al Rizzoli.
Quali sono le caratteristiche e le peculiarità che un/una biomedic* dovrebbe avere oggi e per il futuro al fine di collaborare sempre più direttamente con le realtà biomedicali incluso il nostro SSN (sistema sanitario nazionale)?
Un biomedico oggi dovrebbe dimostrare di essere padrone di un approccio multidisciplinare, costituito da competenze ingegneristiche e una buona conoscenza degli aspetti clinici di una patologia.
Lo scopo è quello di individuare e anticipare le esigenze del paziente e proporre soluzioni innovative per il suo monitoraggio.
Inoltre la capacità di aggiornarsi continuamente, non solo in Italia, e l’attenzione alla mutua contaminazione con altri settori sono caratteristiche di valore.
Un brevissimo consiglio per i nostri ragazzi, anche attraverso il titolo di un libro, una canzone, un film.
Lasciatevi sempre stupire e non pensate mai di conoscere tutto su un argomento, c’è sempre qualcosa di nuovo dietro l’angolo da scoprire!
Mi viene in mente la figura di Mary Poppins….
Pillole di scienza
Strumenti nella BIOMECCANICA DELLO SPORT
Gli studi della Professoressa Sawacha uniscono più tecniche, ad esempio l’acquisizione simultanea di stereofotogrammetria, force plates, videocamere commerciali e sensori di pressione plantare per la valutazione della cinetica e la cinematica delle articolazioni durante l’esecuzione di alcuni esercizi, in seguito a un infortunio tristemente comune quale la lesione al legamento crociato anteriore.
I lavori di questo genere applicano contemporaneamente più protocolli per ottenere risultati affidabili e ripetibili.
Molti si interrogano su quali siano gli strumenti migliori per lo studio del movimento negli atleti, per la valutazione delle performance sportiva o per la prevenzione degli infortuni, ed alcuni studi favoriscono i sensori indossabili.
Dai dati estratti tramite sensori indossabili inerziali (accelerometri, giroscopi, magnetometri), si ottengono dettagliate informazioni spaziali e cinematiche: posizione, orientamento, postura, angoli tra segmenti corporei in uno stato statico; spostamento, traiettoria, velocità, accelerazione lineare, jerk, velocità angolare, accelerazione angolare in uno stato dinamico.
I sensori di forza, combinati con le informazioni cinematiche, sono stati impiegati per la stima della potenza meccanica, la cinetica articolare e la forza dei muscoli.
L’analisi dei segnali dell’elettromiografia di superficie, con attenzione all’ampiezza del segnale rilevato in diversi muscoli durante l’esecuzione di vari esercizi a differenti intensità, indica le modalità con le quali si è ottenuta la performance.
Dai un’occhiata alle fonti! ?
Sport Biomechanics Applications Using Inertial, Force, and EMG Sensors: A Literature Overview; Frontiers | Interpreting Signal Amplitudes in Surface Electromyography Studies in Sport and Rehabilitation Sciences | Physiology
Un grazie speciale a Zimi Sawacha (https://www.linkedin.com/in/zimi-sawacha-208b2811/) per il suo splendido percorso condiviso e per voi che ci seguite, scriveteci alla info@wewomengineers.com e pubblicheremo la vostra storia!
TEAM WWE
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